Divertiamoci,  I racconti della buona notte

Quattro zampette da acudire

Ciao! Sono Margherita, lei è Silvia la mia bambola preferita. Per me è come una sorella… dove vado io viene anche lei e poi insieme viviamo bellissime avventure.

A proposito, ora ti racconto cosa ci è successo l’altro giorno.

Era quasi ora di cena e la mamma chiama “Margherita a tavola!” e subito io e Silvia scendiamo, ma la mamma ci chiede anche di andare a chiamare Lulù e Cinci – i miei gatti – che anche per loro è ora di cena.

Apro la porta sul giardino e li vedo che sono fermi e fissano un animale a terra davanti a loro.

Che schifo, ho subito pensato a un topo, cosi ho chiamato mamma e papà e con Silvia siamo rimaste ad aspettare.

La mamma si è avvicinata cauta e i gatti sono scappati lasciando a terra la loro preda. E’ arrivato anche papà si è chinato ed ha sorriso “non è un topo, fifona, è solo un piccolo riccio, ecco perché i gatti lo guardavano e non lo toccavano”.

Subito io e Silvia siamo andate in casa a prendere un asciugamano e il papà con delicatezza ha preso in braccio il riccio, che era piccolino … pensa che aveva il pancino rosa! Una tenerezza!

Poi mamma ha trovato un cesto lo ha sistemato dentro insieme a una ciotola di croccantini per i gatti, tutta pestata come una pappa per farla diventare piccola, e un poco di acqua.

“E adesso, lo possiamo tenere?” ho chiesto, perché mi ero già innamorata del riccetto piccoletto, ma la mamma ha detto no.

Il riccio non è un animale da casa come i gatti, deve vivere nella natura con gli altri ricci. Quella è la sua casa.

Ero veramente triste e Silvia con me. Poi la mamma ci ha detto che la cosa migliore da fare era portare il piccolo riccio nell’ospedale degli animali speciali, quello che eravamo andati a trovare con le maestre .

Siamo state contente Silvia ed io quando il giorno dopo, in macchina con anche papà, abbiamo accompagnato riccetto piccoletto all’ospedale degli animali speciali. Il dottore che li cura è molto simpatico e di ricci ce n’erano tantissimi, così riccetto non sarebbe stato più solo. Il dottore ci ha spiegato che quando avrà messo su pancetta e sarà forte e grande, verrà liberato di nuovo nel suo territorio.

Se vuoi anche tu andare a trovare riccetto e gli altri, la mamma ha scritto qui sotto l’indirizzo dell’ospedale dei ricci.

Io ci vado tutte le settimane, aiuto a dar da mangiare ai riccetti, a pulire le cucce oppure a portare dei croccantini per loro. C’è sempre tantissimo da fare!

Ciao amici!  chissà che avventura vi racconteremo io e Silvia la prossima volta!.

Un dottore molto speciale, dirige un centro di recupero dedicato tutto ai ricci. La sua vita è cambiata da quando ha incontrato tempo fa, una bellissima riccetta in difficoltà. Lui, il suo enorme lavoro ed i suoi volontari hanno ispirato la nostra storia.

Lui sa tutto quello che c’è da sapere per il primo soccorso e la cura dei ricci, pr rispettarli e far si che la natura che ci circonda sia un luogo protetto per loro.

Il nostro giardino potrebbe essere terribilmente pericoloso!

The End

ornamento

Qui Silvia vi propone il vademecum con i primi soccorsi per i ricci in difficoltà o feriti:

  1. se lo trovate IN PIENO GIORNO, all’APERTO, fermo, barcollante, debole e circondato da mosche (sono animali notturni che iniziano a girare dal tramonto all’alba).
  2. Se lo trovate ferito.
  3. Se lo trovate sulla strada in stato di shock da trauma. In questo caso il riccio investito da un’auto è debole, non si appallottola, giace riverso su un lato, oppure si chiude ma lascia fuori una zampa che non riesce a retrarre perché lesionata o fratturata.
  4. Se lo trovate intrappolato in un buco, in un tombino, in una botola o chiuso in uno scantinato. Potrebbe essere lì da molto tempo, senza mangiare e bere e quindi deperito e disidratato oltreché ferito alle zampe nel tentativo di uscire.
  5. Se lo trovate in una piscina. I ricci non hanno una buona vista e spesso capita che cercando l’acqua finiscano nelle piscine, ormai diffuse in molti giardini. Se li vedete in acqua recuperateli immediatamente. Vanno poi tenuti in osservazione perché potrebbero aver introdotto acqua nei polmoni. Per di più inalare il cloro potrebbe creare irritazione e problemi alle vie respiratorie. Se ci sono dubbi del genere è meglio portarlo in un centro di recupero.

Cosa sono i CRAS?

Sono i centri che si occupano di animali che non sono domestici, ma di animali che sono liberi in natura: rapaci, ricci, volpi, ecc.

Quali animali devono essere portati ai CRAS?

L’idea migliore è quella di chiamare il Cras più vicino spiegando la situazione.- A volte è meglio non prendere l’animale per portarlo via. E’ meglio agire seguendo le loro indicazioni, loro sono esperti e ti diranno come agire per aiutare il nostro animaletto.

Come prestare  soccorso a un riccio in difficoltà?

Se si trova un riccio ferito, raccoglierlo  immediatamente, usando un panno per non pungersi, e metterlo in uno scatolone con accanto una boule dell’acqua calda avvolta da un asciugamano di spugna. Portatelo senza perdere tempo ad un centro di recupero di fauna selvatica perché potrebbe avere un’infezione o altri problemi gravi.  Coprite sempre con una rete la scatola così gli insetti non lo disturberanno.

Se trovate una mamma riccia con i suoi cuccioli, non avvicinatevi troppo e non toccate i cuccioli. La mamma potrebbe non riconoscerli più e potrebbe abbandonarli. Teneteli controllati, guardate che non siano feriti. Se vedete che possono essere in difficoltà chiamate un centro per il recupero della fauna selvatica, loro vi aiuteranno.

 

 

 

 

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